La mostra “16 ottobre 1943 – la razzia”è dedicata alla deportazione degli ebrei di Roma del 16 ottobre 1943. Curata da Marcello Pezzetti la mostra, sarà aperta al pubblico dal 24 gennaio al 4 febbraio 2019 e inaugurata ufficialmente il 24 gennaio alle ore 11.
L'inaugurazione la mostra sarà presentata dallo storico della Fondazione Museo della Shoah di Roma Marco Caviglia e si avvarrà della preziosa testimonianza di Emanuele Di Porto, miracolosamente scampato alla retata.
La mostra dopo essere stata stata esposta a Roma è stata resa itinerante dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma..
Il 16 ottobre 1943 più di 1000 ebrei vennero catturati a Roma e deportati nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Solo 16 sarebbero ritornati: quindici uomini e una donna. Nessun bambino.
Si tratta di uno degli episodi più tragici dell’intera storia italiana.
Il percorso espositivo si apre con una breve panoramica sulla comunità ebraica romana, per poi entrare nello specifico della razzia: la sua preparazione, il rastrellamento, i persecutori e le vittime. Quella tragica giornata viene ricostruita attraverso documenti in parte inediti, mappe appositamente ideate e, soprattutto, le eccezionali immagini dei persecutori, di cui nessuno fino ad ora aveva visto i volti, e le opere del pittore Aldo Gay il quale, miracolosamente scampato all'arresto, la mattina del 16 ottobre memorizzò ciò che vide ritraendolo subito dopo attraverso decine di disegni a china e a matita.
Vengono poi descritti i giorni successivi alla cattura attraverso le vicende personali delle vittime, fino al tragico arrivo ad Auschwitz-Birkenau. Di alcuni deportati sono stati ricostruite le storie anche all'interno del campo di sterminio.
Uno sguardo è rivolto al “mondo esterno”, alle reazioni del Vaticano e dell’opinione pubblica, così come alla “caccia agli ebrei” che si scatenò dopo il 16 ottobre.
L’esposizione si conclude con le fotografie dei volti delle vittime, per fare emergere la loro specificità all’interno dell’evento storico e per ricordare a tutti l’incolmabile vuoto che queste persone hanno lasciato.
Mostra a cura di: Marcello Pezzetti e Sara Berger