Rodolfo Graziani - Ministro della guerra della RSI
di Ernesto Nassi, Vice presidente vicario
ANPI Roma
La notizia della firma dell’Armistizio con
gli Alleati, l’8 settembre 1943, comunicata via radio dal maresciallo Pietro
BADOGLIO, su disco precedentemente registrato presso l’EIAR (la radio del regime, antenata della RAI) creò
confusione tra i soldati italiani, lasciati senza ordini dagli alti comandi
fuggitivi, (la “famosa Memoria 44 op” elaborata dallo stato maggiore, non fu
seguita, dava indicazioni ) e molti dismisero la divisa per tornarsene a casa,
aiutati dai civili, contadini in primis, con abiti borghesi, per sfuggire alla
cattura da parte dei tedeschi; altri andarono in montagna o si nascosero, solo
una piccola parte aderì alla Repubblica Sociale Italiana di Mussolini. Il 1 ottobre 1943, a Roma, al teatro Adriano,
GRAZIANI lanciò un appello a ufficiali e soldati italiani per aderire alla RSI,
ottenendo un risultato modesto. GRAZIANI, viste le difficoltà per far nascere
l’esercito, emanò dei bandi di
arruolamento con Leva Obbligatoria, minacciando pena di morte per chi non si
fosse presentato.
Il 28 ottobre 1943, il Governo repubblichino
emanò due Decreti Legge:1) Scioglimento delle FF.AA regie e la creazione di quelle della RSI.
2) Legge fondante del nuovo esercito repubblichino, cui dovevano farne parte soldati e ufficiali dell’ex-esercito regio e le reclute degli anni 1924 e 1925. I soldati di Salò, secondo le fonti dell’Archivio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito italiano, tra GNR, volontari e coscritti, non superavano le 558.000 unità; invece secondo fonti della RSI, senza gli uomini della GNR, erano 780.000 unità, compresi 260.000 lavoratori militarizzati.
L’opera di costituzione delle FF.AA della
RSI, incontrò serie difficoltà per il rifiuto di adesione di grossa parte della
popolazione, tanto che, la diffidenza dei Comandi tedeschi nei confronti della
capacità dei comandi RSI, portò ad imporre l’affiancamento di loro ufficiali,
quali istruttori delle nascenti truppe. Dei circa 700.000 IMI (Internati Militari
Italiani) deportati nei lager nazisti, 43.000 scelsero di combattere e 60.000
come ausiliari. I rimanenti rifiutarono l’adesione alla RSI e circa 50.000 di
loro morirono per gli stenti della
prigionia. E’ importante tenere conto delle molte diserzioni delle reclute che
si unirono alle bande partigiane per combattere contro i nazifascisti.
Rodolfo Graziani
Rimpatriato dall’Africa,11 febbraio 1941, si
ritirò nelle sue proprietà sugli Altipiani di Arcinazzo, nella tenuta di Casal
Biancaneve, dedicandosi alla bonifica agraria. Mussolini, nel novembre del
1941, dopo aver appianato le “grane in Cirenaica”, grazie all’aiuto tedesco,
decise di addossare le responsabilità delle sconfitte in Africa al Maresciallo
GRAZIANI. Venne istituita una commissione d’inchiesta, presieduta
dall’Ammiraglio Thaon di Ravel, commissione che ebbe ordine di non interrogare
nessuno e di agire separatamente. GRAZIANI, venuto a conoscenza che si stava
indagando su di lui, scrisse a Mussolini chiedendogli di poter presentare un
suo memoriale, la richiesta venne accolta. Intanto la commissione era giunta a un’intesa sfavorevole a GRAZIANI,
non ancora comunicata. La presentazione del memoriale troncò il procedimento,
senza ragioni apparenti! Il 25 luglio 1943, la caduta del fascismo, non
sorprese GRAZIANI che, probabilmente, se lo aspettava. Invece rimase stupito
dalla nomina, a Capo del Governo, di Badoglio. Colpevole, secondo lui, della
impreparazione delle nostre FF.AA e della insensata condotta militare dal primo
e decisivo periodo della guerra.Il 24 settembre 1943 Mussolini firmò il
Decreto di nomina di ministro della guerra della RSI del Maresciallo GRAZIANI,
il quale, in collaborazione con il colonnello Emilio Canevari, fece approvare
da Mussolini lo schema del nascente esercito repubblichino, dove era chiaro che
l’esercito non nasceva basato solo sui volontari, ma anche sulla COSCRIZIONE (Leva
obbligatoria) da addestrare in Germania. Il 16 ottobre 1943 (Giorno del
rastrellamento del Ghetto di Roma) i tedeschi s’impegnarono ad armare e
istruire le prime 4 divisioni italiane e in seguito altre 4 divisioni, infine una
nona divisione, corazzata, addestrata in una scuola di motorizzazione tedesca. Il 7 ottobre 1943, GRAZIANI fece deportare nei
campi di concentramento in Germania 2.000 Carabinieri romani, che scelsero di
non aderire alla RSI (Repubblica sociale italiana).
La legislazione che permise la creazione
delle FF.AA repubblichine ben presto cedette il passo ai fascisti. i fascisti crearono
la GNR (Guardia Nazionale Repubblicana) che, secondo il progetto primario,
doveva essere formata da 30.000 Carabinieri. Invece le unità della GNR furono
150.000 fascisti che a loro volta fecero nascere le “Brigate nere”, tristemente
note per le atrocità commesse. Il nucleo
dell’esercito della RSI, formato da quattro divisioni di fanteria: Italia-San
Marco-Monterosa e Littorio, addestrate in Germania, tornarono in Italia
nell’estate del 1944 e formano con alcune divisioni tedesche “l’Armata
Liguria”, che fu schierata dalla Garfagnana al San Bernardo. Il 15 aprile 1944,
il Ministro GRAZIANI assunse il comando della “Armata Liguria”, sotto le
dipendenze del feldmaresciallo Kesserling, con 68 battaglioni costieri e
territoriali, di circa 80.000 uomini. Gli
uomini di GRAZIANI si distinsero nella caccia ai partigiani e ai renitenti di leva.La divisione, alpina fascista, “Monterosa”
venne addestrata in Germania nel paese di Muensingen. La forza complessiva della divisione era di
19.800 uomini, di cui un esiguo numero proveniente dai lager. Dopo
l’addestramento, la “Monterosa” tornò in Italia a giugno-luglio 1944,
schierandosi nel levante ligure, inserita nelle divisioni tedesche già presenti
nel territorio, in seguito le altre tre divisioni, addestrate dai tedeschi,
furono dislocate: la “San Marco” nel ponente ligure, la “Littorio” nel settore
alpino di confine sino ad Aosta e Vercelli, l’”Italia” in Garfagnana, con le
34°-42° divisioni di fanteria tedesche e la 5° divisione “Alpenjager”,
costituendo “ l’Armata Liguria” al comando di Rodolfo GRAZIANI e si articolò
sul 75° Corpo d’Armata, comandato dal generale Schelemmer e sul gruppo
“Lombardia” comandato dal gen. Jahn, ricoprente l’intera Liguria e appendici
delle regioni confinanti.
I compiti assegnati all’Armata furono di
repressione del Movimento partigiano, infatti oltre a compiti presidiari,
furono impiegati in Piemonte e Liguria, contro le formazioni partigiane. Era il
tempo dei massacri, delle razzie, delle “Brigate nere”, dei bandi di
arruolamento della RSI, delle imposizioni ai militari sbandati di presentarsi
ai comandi fascisti e tedeschi, dei manifesti indirizzati a partigiani e sbandati da Giorgio Almirante, capogabinetto
del ministro Mezzasoma, annuncianti la fucilazione se non si fossero
presentati.La “Monterosa” da subito cominciò l’attacco
alle forze partigiane, con imboscate e operazioni di maggiore impegno, grazie
all’addestramento e all’armamento forniti dai tedeschi, assunse un ruolo nelle
operazioni di rastrellamento di partigiani e negli attacchi alle popolazioni
nelle zone partigiane, con incendi e
razzie, fucilazioni dei civili; oltre il sostegno ai tedeschi e alle “Brigate
nere” fasciste, nelle rappresaglie! Non ci furono dubbi circa l’uso di queste
truppe, in funzione di repressione. Comunque, aprendo gli occhi, molti militari
“repubblichini” disertarono per andare con i partigiani o per tornare a casa.
Interi reparti armati passarono con i “Ribelli” (Come i tedeschi chiamavano i partigiani)
per esempio ad inizio settembre 1944, la maggior parte dei militari della
colonna leggera della “Monterosa” passò ad una formazione di Giustizia e
Libertà (Partito d’Azione) della VI° zona, ed il battaglione “Vestone” passò
nelle file della divisione garibaldina “Cichero”. Emblematico l’episodio del tenente Gai che,
con il nome di “Carrel” divenne comandante di una brigata partigiana, dopo il
passaggio con i suoi uomini ai partigiani, fu condannato a morte dal comando
della “Monterosa”, ma fu lui stesso a ricevere la resa degli ufficiali di un
forte contingente della divisione “Monterosa”.
Graziani, nella notte tra il 29 e 30 aprile
1945, si arrese presso il comando del IV corpo d’armata americano. Dopo circa
un mese di prigionia presso il campo di Cinecittà (Studi cinematografici) il 12
giugno venne trasferito ad Algeri presso il P.O.W. 211 come prigioniero di guerra,
matricola A.A.252533. La prigionia in
Algeria si concluse il 16 febbraio 1946, venne trasferito in Italia, come prigioniero di guerra e non in qualità di
“Criminale di guerra”, fu processato e condannato a 19 anni di reclusione per
la collaborazione con il nemico!Alcune formazioni fasciste, collaboratrici dei nazisti:
Le SS italianeIl “Furore teutonico”, è stata la copertura
usata dai fascisti per coprire la loro partecipazione a delle stragi di civili
commesse dai nazisti, come a Sant’Anna di Stazzema, Vinca e altre. Non si possono e non si
devono dimenticare le responsabilità della RSI nel legittimare la presenza
delle truppe naziste nel Paese, le deportazioni degli antifascisti nei campi di
concentramento nazisti, le prigioni delle SS tedesche e italiane, dove venivano
torturati gli antifascisti, i rastrellamenti di ebrei, partigiani e
antifascisti, mandati a morire ad Auschwitz, Mauthausen, Gusen, Ebensee ecc.Le brigate nereDopo l’8 settembre 1943, alla riapertura delle
sedi ritornò un attivismo squadri stico, con delle prove inconfutabili in
diverse province; la logica quadristica era la ricerca del consenso, una
partecipazione attiva alla guerra fascista e chiunque si rifiutava era da
considerare un nemico. Nell’estate del 1944, lo squadrismo ebbe un nuovo
impulso con la creazione delle “Brigate nere”, ovvero la trasformazione del
partito in partito armato.
“Banda Koch”Nata a Roma nel gennaio 1944 e guidata dall’ex ufficiale dei
Granatieri Pietro Koch, si distinse per agire al limite della legalità, usando
metodi banditeschi, sevizie fisiche e psicologiche a danno di antifascisti e
partigiani, comunisti, socialisti, azionisti, in massima parte. La banda riuscì
ad infiltrare suoi uomini nelle formazioni antifasciste, facendo catturare
uomini e donne della resistenza romana. Kappler ottenne da Koch (assieme al
questore fascista Caruso) alcuni nominativi per essere uccisi alle Fosse
Ardeatine, il 24 marzo 1944. In
primavera, il reparto delle SS italiane, si trasferì a Milano in una palazzina
denominata “Villa Triste” in via Paolo Uccello, dove continuò la sua ignobile
attività contro gli antifascisti milanesi. Poco dopo la liberazione, Koch fu
arrestato e portato a Roma, processato e condannato a morte, fece domanda di
grazia che fu respinta e il 5 giugno 1944 venne fucilato a Forte Bravetta.Biblioteca:
Angelo Del Boca: Italiani, brava gente? Neri Pozza editore