Il comitato provinciale dell'ANPI di Roma, insieme alle associazioni, i sindacati e i partiti vicini, propone queste riflessioni per il 25 aprile
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25 aprile 1945 – 2019
UN 25 APRILE PER LA PACE, LA LIBERTA’, IL LAVORO, L’ACCOGLIENZA. DAL MONUMENTO AI VALORI FUTURIBILI DELLA RESISTENZA, A RIDOSSO DELLE FOSSE ARDEATINE, FINO A PORTA SAN PAOLO, INSIEME AI PARTIGIANI ROMANI, TUTTI UNITI, PER CONTINUARE IL CAMMINO DELLA LIBERAZIONE.
Il quadro politico interno ed internazionale è caratterizzato dal manifestarsi di fenomeni e istanze di carattere regressivo che rafforzano e forniscono maggiore visibilità espressiva a partiti e movimenti di estrema destra giungendo, in diversi casi e aree del mondo, a farne forze di governo e fattore di ridefinizione di assetti di rappresentanza politica nelle società contemporanee complesse.
La definizione di tale tendenza viene generalmente raffigurata sulla stampa e nel dibattito pubblico attraverso l’immaginario dell’eterno ritorno del fascismo o dell’attacco al sistema valoriale liberaldemocratico.
Entrambe le formule rischiano però di non essere sufficientemente esplicative di un fenomeno che si caratterizza non tanto come «attacco alla democrazia» quanto come crisi interna della democrazia rispetto alla sua funzione coniugante da un lato la rappresentanza delegata delle componenti sociali presenti nella società e dall'altro la guida dei processi generali di sviluppo progressivo dei diritti economici, sociali e civili.
È in questa dimensione della crisi della democrazia che si innestano fenomeni di «reazione» dal profilo involutivo o esplicitamente neofascista, spesso manifestantisi attraverso forme di razzismo, antisemitismo, xenofobia, violenza di genere e omofobia.
La centralità del portato valoriale della Costituzione italiana, e la sua derivazione diretta dalla Guerra di Liberazione nazionale, diviene, dunque, terreno essenziale della rivendicazione di un modello del diritto e dei diritti in grado di dare risposte connesse alla complessità del reale.
Da qui la necessità di una lotta che ponga al centro la rivendicazione e l’attuazione concreta del dettato costituzionale sulle questioni sociali e dei diritti, in un quadro di tenuta dell’unità del paese, oggi minacciata dai progetti di autonomia regionale differenziata.
La questione democratica non può infine prescindere dalla necessità di ribadire fortemente nel'’antifascismo le comuni radici europee e l’intangibilità dei principi fondamentali della nostra Costituzione, che non possono essere lesi dall'applicazione delle leggi di bilancio come già indicato dalla Corte costituzionale, mettendo per quella via in discussione i diritti conquistati e sanciti dalla Resistenza e dalla Guerra di Liberazione, che vediamo invece attenuarsi e disperdersi aggravando la spirale di rancore sociale, politiche dei capri espiatori e crescita delle destre estreme e fasciste.
È in questa dimensione della società contemporanea che il quadro europeo assume una nuova e necessaria centralità nel rapporto tra politica dei diritti sociali, lotta alla discriminazione e rilancio del portato valoriale europeo che dalla radice d'origine antifascista alla costruzione dell'unità continentale non vede nella pace, nell'incontro e nell'unità dei popoli e nella promozione dei diritti sociali, civili, umani, il passaggio essenziale di un nuovo "spirito europeo" secondo la visione dei padri fondatori del Manifesto di Ventotene il cui richiamo pone al centro la necessità di una opposizione e di una battaglia politica democratica contro l'avanzata della destra e dell'estrema destra in Europa già dalla prossima formazione del nuovo parlamento di Strasburgo soprattutto in relazione ai rischi di una definitiva saldatura tra partiti e movimenti di natura regressiva ed i poteri economico-finanziari la cui azione ha rappresentato il principale ostacolo ad una compiuta unità democratica europea.
Il lavoro in questo quadro rappresenta il perno attorno al quale ricomporre un orizzonte di senso in grado di indirizzare attività e mobilitazioni nonché fornire risposte reali alla crisi economica che ha investito il sistema democratico.
In questa direzione, nella prospettiva delle manifestazioni nazionali del prossimo anniversario della Liberazione d’Italia indichiamo nella presente bozza (in linea necessariamente sintetica e sommaria)alcuni elementi di discussione:
Un grande piano nazionale per l’occupazione (supportato da una programmazione di investimenti pubblici in linea con i compiti che la Costituzione prevede in materia di diritto al lavoro); il superamento della legislazione della precarietà dei rapporti di lavoro (a partire dall'allargamento di uguali diritti sociali e sindacali per tutte le figure lavorative quali che siano le forme contrattuali di assunzione) e la definizione di un nuovo campo dei diritti connessi alle trasformazioni derivanti dall'accelerazione tecnologica.
Direttamente connessa alle manifestazioni del ciclo storico presente è la questione delle migrazioni e degli spostamenti di popolazione a livello internazionale.
Su questo punto la convergenza tra crisi economica (posta in relazione con la diminuzione progressiva delle risorse redistribuite in termini di occupazione, salari, redditi, welfare);destabilizzazione bellica di lunga durata di ampie regioni del mondo (nelle aree dei continenti asiatico, africano ed in Medio Oriente) e movimenti di popolazione definiscono un nuovo terreno di conflitto in Europa tra le indispensabili istanze di allargamento dei diritti dei popoli (in termini continentali e di riformulazione legislativa dei piani nazionali) e le istanze di carattere reattivo e regressivo di cui si fanno portatrici le forze politico-sociali estranee al tratto storico-identitario europeo dell’antifascismo che caratterizzò l’esperienza dei popoli del continente sia durante la seconda guerra mondiale con i movimenti di Resistenza sia nei passaggi costituzionali dei decenni successivi (le costituzioni antifasciste che nel giugno 2013 J.P. Morgan arrivò ad indicare come il principale problema da «superare» per far fronte alla crisi del debito sovrano).
La lotta per i diritti dei popoli migranti diviene, dunque, un punto essenziale e la potenziale principale leva di forza per l’allargamento dei diritti di tutti.
In quest’ottica il contrasto ad ogni forma di discriminazione, razzismo e xenofobia si configura, insieme alla politica di accoglienza, come lotta di emancipazione e rivendicazione dell’uguaglianza sostanziale articolata su quel piano multiculturale che i dettami della nostra Costituzione coniugano come caratteri fondamentali del nostro ordinamento.
L’ampliarsi del movimento rivendicativo delle libertà di autodeterminazione delle donne e di tutte le soggettività LGBT*QI+ rappresenta un elemento centrale della società contemporanea.
Anche su questo terreno non mancano di manifestarsi istanze regressive che attraverso appelli alla cosiddetta «famiglia naturale» rivendicano la natura «categoriale» del loro modello sociale di riferimento costruito sulla base discriminante dello schema che divide il corpo della società tra aventi diritto e non aventi diritto.
Il recente congresso mondiale delle famiglie tenutosi a Verona dal 29 al 31 marzo ha rappresentato un punto di sintesi delle istanze patriarcali, omofobiche e discriminatorie che in Italia si concretizzano con l’espressione di politiche (dal decreto Pillon all'attacco alla legge 194 solo per menzionare le più recenti e visibili) volte alla messa in discussione dei diritti delle donne proprio mentre la violenza di genere si specifica come prevalente fenomeno interno alle «famiglie naturali» e la discriminazione salariale e dei diritti delle donne nei luoghi di lavoro permane come tara sistemica del modello sociale.
In questo quadro le politiche di discriminazione e l’esplicito o implicito richiamo alla società categoriale si manifesta nei confronti delle comunità LGBT*QI+ con sempre maggiore virulenza sia dialettico-propagandistica che fisica.
Le manifestazioni nazionali del 25 aprile prossimo, 75° anniversario della Liberazione d’Italia si configurano, dunque, come rivendicazione piena dei diritti civili e di cittadinanza richiamando la radice storica della lotta antifascista contro la società categoriale normata da leggi dello Stato che discriminano e dunque violano i principi fondamentali della Costituzione repubblicana.
Ad oggi i luoghi della formazione si ritrovano vittime di un sistema governativo che sta riportando il Paese indietro di decenni, che non pensa a tutelare i diritti di studenti e studentesse, che fa delle situazioni di degrado e malfunzionamento dei servizi terreno fertile per tornaconto elettorale, servendosi di un'attenta propaganda retorica di stampo neo-fascista, che attraversa anche scuole e università. È necessario saper combattere ideologie fasciste partendo in primo luogo da cultura e conoscenza, ribadendo l’importanza del processo educativo e conoscitivo nella formazione di un sapere libero e antifascista. Gli studenti e le studentesse di scuole e università devono essere in primo luogo partecipi nei percorsi verso le giornate di memoria e di lotta, la loro presenza è un simbolo di quanto le generazioni che costituiranno il futuro del paese si impegneranno a lottare contro ogni genere di fascismo, per far tornare il Paese ai suoi reali valori costituzionali. Per questo motivo rivendichiamo una formazione scolastica ed universitaria realmente garantita a tutte e tutti,indirizzata verso l’acquisizione di un sapere critico, libero, pacifista e antifascista.
Per una nuova grande risposta corale, in memoria e attualizzazione dei valori della Resistenza e della Guerra di Liberazione, per la pace e la libertà, il lavoro e l’uguaglianza, la solidarietà e l’accoglienza, in una parola per l’applicazione della Costituzione Repubblicana, la città di Roma, che quest’anno si prepara ad accogliere la Medaglia d’Oro al Valore Militare, si dà appuntamento il 25 aprile 2019 alle ore 9,30 al monumento della Resistenza di Largo Bompiani per raggiungere in corteo Porta San Paolo, luogo simbolo dell’inizio della Guerra di Liberazione.
ORA E SEMPRE RESISTENZA!
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25 aprile 1945 – 2019
UN 25 APRILE PER LA PACE, LA LIBERTA’, IL LAVORO, L’ACCOGLIENZA. DAL MONUMENTO AI VALORI FUTURIBILI DELLA RESISTENZA, A RIDOSSO DELLE FOSSE ARDEATINE, FINO A PORTA SAN PAOLO, INSIEME AI PARTIGIANI ROMANI, TUTTI UNITI, PER CONTINUARE IL CAMMINO DELLA LIBERAZIONE.
- Crisi democratica e questione costituzionale:
Il quadro politico interno ed internazionale è caratterizzato dal manifestarsi di fenomeni e istanze di carattere regressivo che rafforzano e forniscono maggiore visibilità espressiva a partiti e movimenti di estrema destra giungendo, in diversi casi e aree del mondo, a farne forze di governo e fattore di ridefinizione di assetti di rappresentanza politica nelle società contemporanee complesse.
La definizione di tale tendenza viene generalmente raffigurata sulla stampa e nel dibattito pubblico attraverso l’immaginario dell’eterno ritorno del fascismo o dell’attacco al sistema valoriale liberaldemocratico.
Entrambe le formule rischiano però di non essere sufficientemente esplicative di un fenomeno che si caratterizza non tanto come «attacco alla democrazia» quanto come crisi interna della democrazia rispetto alla sua funzione coniugante da un lato la rappresentanza delegata delle componenti sociali presenti nella società e dall'altro la guida dei processi generali di sviluppo progressivo dei diritti economici, sociali e civili.
È in questa dimensione della crisi della democrazia che si innestano fenomeni di «reazione» dal profilo involutivo o esplicitamente neofascista, spesso manifestantisi attraverso forme di razzismo, antisemitismo, xenofobia, violenza di genere e omofobia.
La centralità del portato valoriale della Costituzione italiana, e la sua derivazione diretta dalla Guerra di Liberazione nazionale, diviene, dunque, terreno essenziale della rivendicazione di un modello del diritto e dei diritti in grado di dare risposte connesse alla complessità del reale.
Da qui la necessità di una lotta che ponga al centro la rivendicazione e l’attuazione concreta del dettato costituzionale sulle questioni sociali e dei diritti, in un quadro di tenuta dell’unità del paese, oggi minacciata dai progetti di autonomia regionale differenziata.
La questione democratica non può infine prescindere dalla necessità di ribadire fortemente nel'’antifascismo le comuni radici europee e l’intangibilità dei principi fondamentali della nostra Costituzione, che non possono essere lesi dall'applicazione delle leggi di bilancio come già indicato dalla Corte costituzionale, mettendo per quella via in discussione i diritti conquistati e sanciti dalla Resistenza e dalla Guerra di Liberazione, che vediamo invece attenuarsi e disperdersi aggravando la spirale di rancore sociale, politiche dei capri espiatori e crescita delle destre estreme e fasciste.
È in questa dimensione della società contemporanea che il quadro europeo assume una nuova e necessaria centralità nel rapporto tra politica dei diritti sociali, lotta alla discriminazione e rilancio del portato valoriale europeo che dalla radice d'origine antifascista alla costruzione dell'unità continentale non vede nella pace, nell'incontro e nell'unità dei popoli e nella promozione dei diritti sociali, civili, umani, il passaggio essenziale di un nuovo "spirito europeo" secondo la visione dei padri fondatori del Manifesto di Ventotene il cui richiamo pone al centro la necessità di una opposizione e di una battaglia politica democratica contro l'avanzata della destra e dell'estrema destra in Europa già dalla prossima formazione del nuovo parlamento di Strasburgo soprattutto in relazione ai rischi di una definitiva saldatura tra partiti e movimenti di natura regressiva ed i poteri economico-finanziari la cui azione ha rappresentato il principale ostacolo ad una compiuta unità democratica europea.
- La centralità del lavoro come risposta democratica antifascista alla crisi
Il lavoro in questo quadro rappresenta il perno attorno al quale ricomporre un orizzonte di senso in grado di indirizzare attività e mobilitazioni nonché fornire risposte reali alla crisi economica che ha investito il sistema democratico.
In questa direzione, nella prospettiva delle manifestazioni nazionali del prossimo anniversario della Liberazione d’Italia indichiamo nella presente bozza (in linea necessariamente sintetica e sommaria)alcuni elementi di discussione:
Un grande piano nazionale per l’occupazione (supportato da una programmazione di investimenti pubblici in linea con i compiti che la Costituzione prevede in materia di diritto al lavoro); il superamento della legislazione della precarietà dei rapporti di lavoro (a partire dall'allargamento di uguali diritti sociali e sindacali per tutte le figure lavorative quali che siano le forme contrattuali di assunzione) e la definizione di un nuovo campo dei diritti connessi alle trasformazioni derivanti dall'accelerazione tecnologica.
- Migrazione dei popoli
Direttamente connessa alle manifestazioni del ciclo storico presente è la questione delle migrazioni e degli spostamenti di popolazione a livello internazionale.
Su questo punto la convergenza tra crisi economica (posta in relazione con la diminuzione progressiva delle risorse redistribuite in termini di occupazione, salari, redditi, welfare);destabilizzazione bellica di lunga durata di ampie regioni del mondo (nelle aree dei continenti asiatico, africano ed in Medio Oriente) e movimenti di popolazione definiscono un nuovo terreno di conflitto in Europa tra le indispensabili istanze di allargamento dei diritti dei popoli (in termini continentali e di riformulazione legislativa dei piani nazionali) e le istanze di carattere reattivo e regressivo di cui si fanno portatrici le forze politico-sociali estranee al tratto storico-identitario europeo dell’antifascismo che caratterizzò l’esperienza dei popoli del continente sia durante la seconda guerra mondiale con i movimenti di Resistenza sia nei passaggi costituzionali dei decenni successivi (le costituzioni antifasciste che nel giugno 2013 J.P. Morgan arrivò ad indicare come il principale problema da «superare» per far fronte alla crisi del debito sovrano).
La lotta per i diritti dei popoli migranti diviene, dunque, un punto essenziale e la potenziale principale leva di forza per l’allargamento dei diritti di tutti.
In quest’ottica il contrasto ad ogni forma di discriminazione, razzismo e xenofobia si configura, insieme alla politica di accoglienza, come lotta di emancipazione e rivendicazione dell’uguaglianza sostanziale articolata su quel piano multiculturale che i dettami della nostra Costituzione coniugano come caratteri fondamentali del nostro ordinamento.
- Politiche dei diritti e discriminazioni di genere
L’ampliarsi del movimento rivendicativo delle libertà di autodeterminazione delle donne e di tutte le soggettività LGBT*QI+ rappresenta un elemento centrale della società contemporanea.
Anche su questo terreno non mancano di manifestarsi istanze regressive che attraverso appelli alla cosiddetta «famiglia naturale» rivendicano la natura «categoriale» del loro modello sociale di riferimento costruito sulla base discriminante dello schema che divide il corpo della società tra aventi diritto e non aventi diritto.
Il recente congresso mondiale delle famiglie tenutosi a Verona dal 29 al 31 marzo ha rappresentato un punto di sintesi delle istanze patriarcali, omofobiche e discriminatorie che in Italia si concretizzano con l’espressione di politiche (dal decreto Pillon all'attacco alla legge 194 solo per menzionare le più recenti e visibili) volte alla messa in discussione dei diritti delle donne proprio mentre la violenza di genere si specifica come prevalente fenomeno interno alle «famiglie naturali» e la discriminazione salariale e dei diritti delle donne nei luoghi di lavoro permane come tara sistemica del modello sociale.
In questo quadro le politiche di discriminazione e l’esplicito o implicito richiamo alla società categoriale si manifesta nei confronti delle comunità LGBT*QI+ con sempre maggiore virulenza sia dialettico-propagandistica che fisica.
Le manifestazioni nazionali del 25 aprile prossimo, 75° anniversario della Liberazione d’Italia si configurano, dunque, come rivendicazione piena dei diritti civili e di cittadinanza richiamando la radice storica della lotta antifascista contro la società categoriale normata da leggi dello Stato che discriminano e dunque violano i principi fondamentali della Costituzione repubblicana.
- Cultura, memoria e formazione
Ad oggi i luoghi della formazione si ritrovano vittime di un sistema governativo che sta riportando il Paese indietro di decenni, che non pensa a tutelare i diritti di studenti e studentesse, che fa delle situazioni di degrado e malfunzionamento dei servizi terreno fertile per tornaconto elettorale, servendosi di un'attenta propaganda retorica di stampo neo-fascista, che attraversa anche scuole e università. È necessario saper combattere ideologie fasciste partendo in primo luogo da cultura e conoscenza, ribadendo l’importanza del processo educativo e conoscitivo nella formazione di un sapere libero e antifascista. Gli studenti e le studentesse di scuole e università devono essere in primo luogo partecipi nei percorsi verso le giornate di memoria e di lotta, la loro presenza è un simbolo di quanto le generazioni che costituiranno il futuro del paese si impegneranno a lottare contro ogni genere di fascismo, per far tornare il Paese ai suoi reali valori costituzionali. Per questo motivo rivendichiamo una formazione scolastica ed universitaria realmente garantita a tutte e tutti,indirizzata verso l’acquisizione di un sapere critico, libero, pacifista e antifascista.
Per una nuova grande risposta corale, in memoria e attualizzazione dei valori della Resistenza e della Guerra di Liberazione, per la pace e la libertà, il lavoro e l’uguaglianza, la solidarietà e l’accoglienza, in una parola per l’applicazione della Costituzione Repubblicana, la città di Roma, che quest’anno si prepara ad accogliere la Medaglia d’Oro al Valore Militare, si dà appuntamento il 25 aprile 2019 alle ore 9,30 al monumento della Resistenza di Largo Bompiani per raggiungere in corteo Porta San Paolo, luogo simbolo dell’inizio della Guerra di Liberazione.
ORA E SEMPRE RESISTENZA!