Libertà, diritti e uguaglianza sono i valori che Tina Anselmi persegue negli ambiti della società che più l’hanno vista in campo cioè lavoro e sociale.
Queste lotte hanno tutte un denominatore comune, uno sfondo in cui si inseriscono: la questione femminile. Con la risposta alla domanda sulla donna nella società si contribuisce concretamente al suo sviluppo in senso democratico, l’unico sistema in cui quegli ideali che ha maturato nel corso della sua vita si possono esprimere al meglio. Alla democrazia bisogna contribuire difendendola da chi la minaccia e impegnandosi continuamente affinché non si indebolisca diventando vulnerabile. Per la democrazia Anselmi combatte nella Resistenza assieme ad altre donne ed è in prima linea per la sua effettiva realizzazione in Italia subito dopo la guerra. Il sindacato rappresenta lo spazio dove perseguire i propri ideali soprattutto per quel che riguarda il ruolo della donna nel lavoro, quindi nella società. Gli incarichi che assume in Parlamento, dalle prime commissioni di cui è membro, passando per il ministero del Lavoro e infine con l’inchiesta sulla P2, e le leggi alle quali il suo nome si lega, in particolare la legge sulla parità di trattamento tra uomo e donna sul lavoro, sono il compimento degli ideali che ha maturato attraverso la sua passione politica.
Nata a Castelfranco Veneto (Treviso) il 25 marzo 1927, insegnante, sindacalista, esponente della DC, più volte ministro.
La notorietà di Tina Anselmi non deriva tanto dal contributo da lei personalmente dato alla Resistenza, quanto dall’attività politica da lei svolta nel dopoguerra. Eppure proprio la guerra partigiana ha determinato le sue scelte. Tina Anselmi, infatti, decise da che parte schierarsi quando, giovanissima, vide un gruppo di giovani partigiani portati al martirio dai fascisti che li impiccarono. Divenne così staffetta della brigata autonoma “Cesare Battisti” e del Comando regionale del Corpo volontari della libertà. Nel 1944 si iscrisse alla DC e - non si era ancora laureata in lettere all’Università Cattolica di Milano - partecipò attivamente alla vita del suo partito, non dimenticando mai le ragioni profonde della sua scelta antifascista. Tina Anselmi è stata via via dirigente sindacale dei tessili, incaricata dei giovani nella DC, vice presidente dell’Unione europea femminile. Parlamentare dalla V alla X legislatura eletta nella Circoscrizione Venezia-Treviso, ha fatto parte delle Commissioni Lavoro e previdenza sociale, Igiene e sanità, Affari sociali, occupandosi molto dei problemi della famiglia e della donna. Ha inoltre presieduto per due volte la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia P2. Tina Anselmi è stata tre volte sottosegretaria al Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, una volta ministra del Lavoro, due volte ministra della Sanità. Si deve a lei la legge sulle “pari opportunità” ed è stata tra gli autori della riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale. Nel 2004 ha promosso la pubblicazione del libro intitolato Tra città di Dio e città dell’uomo. Donne cattoliche nella Resistenza veneta di cui ha scritto l’introduzione e un saggio.
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