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Il 3 maggio 1944, durante un assalto ad un forno, veniva uccisa da un milite della PAI (polizia Africa Italiana) Caterina Martinelli, madre di 7 figli.

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Storia di Caterina Martinelli

  • "Con cuore di donna", Carla Capponi, ediz. il Saggiatore 2000, pag. 246/247

"Il tre maggio Caterina Martinelli guidava l'assalto di un forno le donne della borgata che la fame e la miseria avevano esasperato dopo un inverno terribile. Mentre ritornavano nelle loro baracche con le sporte piene di pane, le donne furono bloccate da un milite della PAI. Al rifiuto di cedere il pane, quelli spararono con il mitra colpendo Caterina Martinelli, che teneva in braccio la bambina ancora lattante e aveva una grossa pagnotta stretta al petto. La donna stramazzò a terra cadendo sopra la figlia, che sopravvisse ma ebbe la spina dorsale lesionata; altre restarono ferite."

  • "Roma città prigioniera", Cesare De Simone, ediz. Mursia 1994, pag. 130/196

"[...] In questa ondata di assalti ai forni una guardia della PAI ammazza con una fucilata una donna del Tiburtino III, Caterina Martinelli, che aveva sette figli. Il giorno dopo, sul marciapiede dove era stata uccisa la donna, qualcuno depone un cartello con la scritta: 'Qui i fascisti hanno ammazzato / Caterina Martinelli / una madre che non poteva / sentir piangere dalla fame / tutti insieme / i suoi figli'."
Testimonianza di Mario Socrate nel libro di Cesare De Simone
"[...] Ritornai al Tiburtino, la vita era un po' difficile. L'assalto al forno in cui è morta la Martinelli avvenne il 3 maggio. Noi facemmo lo sciopero dell'uno maggio, lo facemmo in piazza, con un grande comizio sulla piazza centrale della borgata. Sapevo che mi giocavo la permanenza lì, che le spie mi avrebbero individuato. Al comizio c'era anche il regista De Santis, era venuto a darci una mano. Poi non contenti con il prete ci fu l'assalto al forno e uno della PAI sparò e uccise una donna. Allora noi facemmo una manifestazione, e io quel giorno stesso ho scritto la lapide e la mettemmo al punto dov'era ancora il sangue a terra. E' stata fino a due anni fa, appiccicata, poi è sparita.[...]"

  • CD-ROM realizzato dal Museo Storico della Liberazione di Roma di Via Tasso, che però riporta l'avvenimento alla data del 21 aprile

"Queste parole (quelle della lapide, ndr) sono scritte sulla lapide che si trova alla borgata Tiburtina, là dove, una madre romana aveva rivendicato quel pane che i tedeschi invasori negavano ai suoi figli. Essa rimane a ricordo perenne del contributo dato dalle donne di Roma alla lotta contro i tedeschi. Nella primavera del '44 la situazione alimentare a Roma si fa sempre più precaria per la difficoltà di trovare il necessario; la decisione tedesca di ridurre la razione giornaliera pro capite di pane da 150 a 100 grammi, induce le donne ad organizzarsi e a manifestare davanti ai forni. [...] Durante una di queste manifestazioni al quartiere Tiburtino III, cadde, uccisa dai colpi di fucile mitragliatore dei militi della PAI, Caterina Martinelli, madre di sette bambini. Il sacrificio non fu vano. Nel mese di maggio, per attenuare il clima di impopolarità contro i restrittivi provvedimenti alimentari, che avevano prodotto le manifestazioni delle donne davanti ai forni, le autorità nazifasciste decidono alcune distribuzioni straordinarie di generi alimentari di prima necessità [...]. Radio Londra in un comunicato elogiò l'operato delle donne romane.




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