Il coordinamento dell’ANPI Lazio ritiene di grande valore la legge regionale appena approvata sull'isola di Ventotene, luogo di segregazione durante la dittatura fascista, colonia di confino politico degli antifascisti di ogni credo politico, soprattutto comunisti ed anarchici, ma anche socialisti, azionisti e federalisti, così come albanesi, jugoslavi, dalmati, montenegrini, croati, sloveni. Condannati con misure di prevenzione, senza processo e senza prove, anche per un nonnulla, ad una pena che poteva essere rinnovata indefinitamente finché il condannato non avesse dato segni di “ravvedimento”. Luogo che divenne tuttavia, nonostante le umilianti restrizioni vigenti sull’isola, l’Università del confino, luogo di testimonianza e di riscatto, da cui uscì una parte importante della futura classe dirigente del paese liberato dal nazifascismo. Fondamentale quindi che l’isola sia stata riconosciuta istituzionalmente luogo della memoria e che per essa siano previsti fondi, ricerche, interventi per la tutela della memoria storica delle pene sofferte dai confinati e della memoria del sogno europeo maturato al confino di Ventotene. È tanto più importante oggi affinché la memoria ispiri l’azione, di fronte ad un'Europa ancora lontana da quella immaginata dai federalisti: che: ”(...) spezzi decisamente le autarchie economiche, spina dorsale dei regimi autoritari … contro la disuguaglianza e i privilegi sociali”. Europa che sembra invece aver smarrito gli ideali comuni dell'antifascismo, della Resistenza e della Guerra di Liberazione dal nazifascismo, vere e misconosciute radici comuni europee. Radici che è invece urgente recuperare per il futuro stesso dell'Europa, priva di un parlamento che controlli e possa sfiduciare gli organismi esecutivi, per lo sviluppo e la difesa della pace e della giustizia sociale, faro che illumini il cammino comune e prosciughi la palude in cui nuotano il nazionalismo esasperato ed il fascismo.
Il coordinatore regionale dell’ANPI Lazio Fabrizio De Sanctis
Com'era il confino a Ventotene