Lo temevamo dalle prime ore dopo la scomparsa e il video terribile dell'aggressione ha confermato i nostri timori.
Giulia Cecchettin, poco più di vent'anni, è stata massacrata da un "bravo ragazzo" cui voleva ancora bene.
Questo di Giulia è il 105° femminicidio dall'inizio dell'anno nel nostro Paese. Ancora una volta una donna viene uccisa perché un uomo non accetta la sua libertà e la sua autonomia. Un rifiuto che arriva direttamente da una cultura patriarcale che accetta solo le donne che "sanno stare al loro posto". Abbiamo bisogno di percorsi educativi che spezzino questa cultura pericolosa e avvilente, abbiamo bisogno di strumenti legislastivi capaci di proteggere le donne e di intervenire immediatamente in caso di segnalazioni e denunce; abbiamo bisogno di punti di ascolto, di centri antiviolenza e di case rifugio; ma soprattutto di uomini che inizino a interrogare se stessi sui comportamenti violenti di chi tra loro non riconosce la donna come soggetto autonomo e libero.
Chiediamo giustizia e rispetto.
Comitato provinciale Anpi Roma
Coordinamento Donne "Tina Costa" ANPI Provinciale Roma