🌹𝟐𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝟏𝟗𝟒𝟒: 𝐥'𝐚𝐬𝐬𝐚𝐬𝐬𝐢𝐧𝐢𝐨𝐝𝐢𝐂𝐚𝐭𝐞𝐫𝐢𝐧𝐚𝐌𝐚𝐫𝐭𝐢𝐧𝐞𝐥𝐥𝐢
A seguito della riduzione a 100 grammi della razione giornaliera di pane per ogni abitante di Roma decretata dal generale Malzer, comandante della piazza di Roma, il 26 aprile del 1944, tra aprile e maggio di quell'anno si susseguirono sempre più numerosi gli assalti ai forni della capitale da parte delle donne romane, spesso protette in queste rischiose azioni da nuclei armati delle locali formazioni partigiane.
Il 2 maggio 1944, dopo aver dato l'assalto ad un forno della borgata di Pietralata, Caterina Martinelli e altre donne furono bloccate all'altezza di Via del Badile da un plotone della PAI mentre tentavano la fuga. Al rifiuto di restituire quanto avevano preso per poter sfamare i propri figli, uno dei militi esplode una raffica di mitra che uccide sul colpo Caterina, che stringeva al petto una pagnotta e la figlia appena nata, ferita gravemente.
Il giorno dopo, il partigiano e poeta Mario Socrate appose sul luogo dell'eccidio un cartello che così recitava: «Qui i fascisti hanno ammazzato / Caterina Martinelli / una madre che non poteva / sentir piangere dalla fame / tutti insieme / i suoi figli». Prontamente rimosso dalle autorità occupanti, il testo venne ripreso nella lapide che ancora oggi ne ricorda l'assassinio per mano fascista, in Via del Badile 16.
Stamattina 2 maggio, come ogni anno, il IV Municipio e l'ANPI hanno commemorato Caterina Martinelli, e, nell'ottantesimo del suo assassinio, la sezione ANPI Caterina Martinelli, il IV Municipio e il liceo Enzo Rossi hanno deciso di celebrarla raccontando la sua storia e quella delle tante donne romane che hanno fatto la resistenza armata e non a Roma, inaugurando al Liceo la mostra Donne R-Esistenti.