Nota della presidenza dell’ANPI di Roma sui fatti accaduti il 25 aprile 2014.
Abbiamo fatto passare alcuni giorni dai fatti accaduti il 25 aprile alla manifestazione dell’ANPI di Roma, atti a recepire tutti gli elementi per avere un idea concreta sulla responsabilità degli accadimenti.
Abbiamo constatato imprecisioni e strumentalizzazioni circolanti in “rete” da parte di: alcuni cittadini, alcuni esponenti della comunità ebraica, alcuni simpatizzanti della causa palestinese e con rammarico alcune sezioni ANPI. La stampa si è soffermata sugli incidenti, ignorando il significato e i valori del 25 aprile, forse ritenuti più importanti dei discorsi degli intervenuti a Porta San Paolo e non mettendo così in risalto la presenza di migliaia di persone nel corteo e nella piazza, venuti per dimostrare l’affetto degli antifascisti per i partigiani e l’attualità della Resistenza.
Leggendo i commenti in larga parte si evince che, la responsabilità per quanto accaduto sarebbe dell’ANPI di Roma perché non capace di prevenire quanto accaduto.
Francamente siamo amareggiati, perché il Presidente per primo, insieme a soci dell’ANPI, si sono adoperati affinché si evitassero scontri fisici tra i contendenti. Poco prima della partenza del corteo abbiamo potuto verificare una aggressione perpetrata da alcuni individui staccatisi dalla comunità ebraica, contro persone con le bandiere della Palestina, chiedendone l’allontanamento dal corteo.
Si è creato un clima non favorevole per la serenità del corteo stesso che, allora stabilita, è partito al fine di far defluire i partecipanti e porre fine alla caotica situazione, difficilmente gestibile.
Durante il corteo, ci è stato comunicato che la coda dello stesso era stata fermata al Colosseo dalle Forze dell’ordine, perciò il Presidente ha deciso di fermare il corteo e si è recato (accompagnato da due vicepresidenti ANPI e dal Presidente dell’Associazione Articolo 21) al Colosseo per contattare i responsabili delle Forze dell’ordine, invitandoli a far partire la coda del corteo tra cui c’erano delle sezioni ANPI, assumendosi la responsabilità della decisione con i funzionari di Polizia.
Il corteo dopo essere stato fermato, rallentando la sua marcia, è giunto a Porta San Paolo e sul palco sono salite le persone invitate a parlare. Durante l’intervento di apertura del Presidente è giunta la coda. Purtroppo, anche in piazza sono partiti insulti tra i rappresentanti della Brigata Ebraica e simpatizzanti palestinesi, con tutto ciò che ne è conseguito, creando confusione tra le persone venute in piazza per stare al fianco dell’ANPI, nella giornata che ricorda le partigiane, i partigiani e la loro lotta.
Visto il clima di tensione, siamo stati costretti a chiudere gli interventi ancora previsti (rappresentante di CGIL-CISL-UIL; Brigata Ebraica; due partigiane; rappresentante degli studenti e la Presidente della associazione del Libero Pensiero, Giordano Bruno) proprio per tutelare tutti coloro che erano in piazza.
Dopo la chiusura degli interventi, sono salite sul palco persone non autorizzate, tra cui il Presidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici che ha preso il microfono, scatenando le invettive di persone sotto il palco, tanto che Pacifici è saltato giù dallo stesso per andare verso costoro, fortunatamente bloccato dalle forze dell’ordine e dai soci dell’ANPI.
La reazione di Pacifici, a seguito dell'insulto di "fascista", è stata eccessiva, anche in considerazione dei reciproci insulti tra i due schieramenti, esacerbando sempre di più gli animi.
Riteniamo che un alto dirigente non possa cedere alle provocazioni, ma debba essere esempio di equilibrio, specie in una piazza "bollente" come era diventata quella di Porta San Paolo.
L'ANPI prende le distanze da certi atteggiamenti, che non coinvolgono assolutamente il nostro cordiale rapporto con la comunità ebraica romana, ricordandone i partigiani ebrei caduti nella guerra al nazi-fascismo.
Ernesto Nassi, in qualità di Presidente dell'Associazione dei partigiani romani, profondamente offeso dai fatti accaduti il 25 aprile e dalle mail e messaggi che addossano all'organizzazione dell'ANPI le responsabilità di quanto accaduto, deve constatare con rammarico di non aver raccolto la stessa determinazione nel difendere la nostra Associazione anche da inspiegabili tentativi di sabotaggio e strumentalizzazione del "nostro" 25 aprile!
Con le sezioni ANPI ci chiariremo nel Comitato Provinciale, agli amici della comunità ebraica e agli amici della comunità palestinese di Roma chiederemo un incontro per chiarire l'accaduto, ribadendo l'impegno nel portare avanti il progetto di un convegno a Roma con rappresentanti della Palestina e d'Israele, per dare un nostro piccolo contributo alla pace in quella regione del mondo.
Ci sentiamo in dovere di ringraziare i soci dell'ANPI impegnati nella difficile gestione dell'evento, molti dei quali contusi, calpestati e in alcuni casi picchiati da persone frammischiate nel gruppo della "Brigata Ebraica", e allo stesso modo ringraziamo tutte le persone, compagni ed amici venuti, come ogni anno, per onorare la data della Liberazione.
Per quanto ci riguarda, risponderemo positivamente il 10 maggio all'invito del Presidente dell'associazione "Amici d'Israele" Alberto Tancredi, per l'inaugurazione di una mostra dedicata alla Brigata Ebraica alla Casa della Memoria. Ci auguriamo di poter rispondere ad un invito da parte dei palestinesi di Roma.
Non ci aspettiamo le scuse di nessuno, pretendiamo però con fermezza un maggior rispetto per la storia dell'ANPI e quella dei suoi gloriosi partigiani.
Ricordiamo che il nostro Statuto, all'articolo 2 prevede tra gli scopi dell'Associazione:
d) tutelare l'onore e il nome partigiano contro ogni forma di vilipendio e speculazione;
e) mantenere vincoli di fratellanza tra partigiani italiani e partigiani di altri paesi;
m) dare aiuto e appoggio a tutti coloro che si battono, singolarmente o in associazione, per quei valori di libertà e di democrazia che sono stati fondamento della guerra partigiana e in essa hanno trovato la loro più alta espressione.
Roma, 2 maggio 2014
Presidenza ANPI Provinciale di Roma
La reazione di Pacifici, a seguito dell'insulto di "fascista", è stata eccessiva, anche in considerazione dei reciproci insulti tra i due schieramenti, esacerbando sempre di più gli animi.
Riteniamo che un alto dirigente non possa cedere alle provocazioni, ma debba essere esempio di equilibrio, specie in una piazza "bollente" come era diventata quella di Porta San Paolo.
L'ANPI prende le distanze da certi atteggiamenti, che non coinvolgono assolutamente il nostro cordiale rapporto con la comunità ebraica romana, ricordandone i partigiani ebrei caduti nella guerra al nazi-fascismo.
Ernesto Nassi, in qualità di Presidente dell'Associazione dei partigiani romani, profondamente offeso dai fatti accaduti il 25 aprile e dalle mail e messaggi che addossano all'organizzazione dell'ANPI le responsabilità di quanto accaduto, deve constatare con rammarico di non aver raccolto la stessa determinazione nel difendere la nostra Associazione anche da inspiegabili tentativi di sabotaggio e strumentalizzazione del "nostro" 25 aprile!
Con le sezioni ANPI ci chiariremo nel Comitato Provinciale, agli amici della comunità ebraica e agli amici della comunità palestinese di Roma chiederemo un incontro per chiarire l'accaduto, ribadendo l'impegno nel portare avanti il progetto di un convegno a Roma con rappresentanti della Palestina e d'Israele, per dare un nostro piccolo contributo alla pace in quella regione del mondo.
Ci sentiamo in dovere di ringraziare i soci dell'ANPI impegnati nella difficile gestione dell'evento, molti dei quali contusi, calpestati e in alcuni casi picchiati da persone frammischiate nel gruppo della "Brigata Ebraica", e allo stesso modo ringraziamo tutte le persone, compagni ed amici venuti, come ogni anno, per onorare la data della Liberazione.
Per quanto ci riguarda, risponderemo positivamente il 10 maggio all'invito del Presidente dell'associazione "Amici d'Israele" Alberto Tancredi, per l'inaugurazione di una mostra dedicata alla Brigata Ebraica alla Casa della Memoria. Ci auguriamo di poter rispondere ad un invito da parte dei palestinesi di Roma.
Non ci aspettiamo le scuse di nessuno, pretendiamo però con fermezza un maggior rispetto per la storia dell'ANPI e quella dei suoi gloriosi partigiani.
Ricordiamo che il nostro Statuto, all'articolo 2 prevede tra gli scopi dell'Associazione:
d) tutelare l'onore e il nome partigiano contro ogni forma di vilipendio e speculazione;
e) mantenere vincoli di fratellanza tra partigiani italiani e partigiani di altri paesi;
m) dare aiuto e appoggio a tutti coloro che si battono, singolarmente o in associazione, per quei valori di libertà e di democrazia che sono stati fondamento della guerra partigiana e in essa hanno trovato la loro più alta espressione.
Roma, 2 maggio 2014
Presidenza ANPI Provinciale di Roma