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Intervista a Ernesto Nassi, Presidente ANPI Roma - Il Manifesto, 7 aprile 2015

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25 APRILE • Polemiche sul 70esimo anniversario. Parla il presidente dell`associazione romana «Vogliono screditare l`Anpi»

Carlo Lania

 
«Vogliono strumentalizzare l’Anpi, ma questo non lo permetterò. Il 25 aprile dal palco parleranno solo ex partigiani e partigiane».
Ernesto Nassi, presidente dell’Anpi romana, è preoccupato per quanto potrebbe accadere tra meno di venti giorni, quando a Roma si festeggeranno i 70 anni della Liberazione. Un anniversario che si annuncia dimezzato nelle presenze dopo che sia l’Aned, l’associazione degli ex deportati, che la Brigata ebraica, per la prima volta hanno annunciato di non voler partecipare al corteo. Troppe tensioni, secondo la comunità ebraica romana che punta il dito contro le associazioni filo palestinesi presenti anch’esse alle celebrazioni. Associazioni che a loro volta smentiscono ogni ostilità verso la Brigata ebraica, che anzi invitano a sfilare affiancando le sue bandiere a quelle della Palestina. Una situazione di tensione che non è solo romana. A Milano infatti la Brigata ebraica sfilerà ma, stando a quanto annunciato, sarà «scortata» dal Pd. Insomma, quella che sta per arrivare è una festa della Liberazione che si annuncia sotto i peggiori auspici.
«Doveva essere il 25 aprile più importante degli ultimi dieci anni e invece...», si lamenta Nassi. «Comunque spero che almeno la Brigata ebraica ci ripensi perché loro hanno partecipato attivamente alla liberazione dell`Italia ed è giusto che siano presenti. Noi faremo il nostro 25 aprile, questo è sicuro, e abbiamo chiesto a chi ha preso parte attivamente alla guerra di Liberazione di essere presente».
Lei ha organizzato la riunione del 30 marzo in cui sarebbero volati insulti tra ex deportati e associazioni filo palestinesi. Come è andata realmente?
«Normalmente invitiamo le associazioni legate alla guerra di liberazione, alla deportazione e i perseguitati dal fascismo insieme alle associazioni sindacali più rappresentative e ai partiti. Quest’anno oltre all’Aned e alla Fiap (la federazione delle associazioni partigiane) hanno partecipato Cgil e Cisl, Rifondazione, Comunisti italiani e Italia dei valori. Il Pd romano, per dire, non c`era. In aggiunta c’erano le associazioni filo palestinesi. La verità è che non tutti hanno rispettato l’Anpi.»
Le associazioni erano state invitate?
«No, non le abbiamo invitate ma neanche cacciate. Ripeto: il 25 aprile è la ricorrenza che ricorda chi ha contribuito a liberare l’Italia dal nazifascismo. Ora con tutto il rispetto per i nostri amici della Palestina ma loro non centrano con lo spirito della ricorrenza. Ma il problema non è questo, perché noi l’articolo 2 dello Statuto dell’Anpi, che prevede la vicinanza con i popoli che lottano per la propria libertà, lo rispettiamo. Però si è voluta accentuare la difficoltà che esiste in quella terra martoriata e che non ha niente a che spartire con quello che è stato il 25 aprile. Io quest`anno farò parlare i partigiani, le partigiane e quanti, anche stranieri, hanno contribuito alla guerra di Liberazione. »
Perché pensa che sia in atto un tentativo di screditare l`Anpi?
«Ho l`impressione che l`obiettivo di tutte queste polemiche sia proprio questo, e non capisco perché visto l`Anpi è la casa degli antifascisti. Il problema non è la Brigata ebraica, con la quale abbiamo sempre avuto un attimo rapporto. Mancano ancora venti giorni e mi auguro che riflettano, più che altro in memoria di quei ragazzi ebrei che sono venuti e sono morti per liberare l’Italia e che riempiono undici cimiteri italiani.»
La Rete di solidarietà con il popolo palestinese dice che lei vorrebbe vedere sfilare assieme la bandiera della Brigata ebraica e quella palestinese.
«L`ho letto, ma non è così. Io ho detto un`altra cosa, ho detto che ho un sogno ed è quello di poter cominciare un corteo del 25 aprile con una bandiera palestinese, una israeliana e in mezzo quella dell`Anpi come messaggio di pace. E sicuramente mi impegnerò, insieme a chi vuole, per dare un piccolo contributo per la pace tra Israele e Palestina.»
A Roma ci sono polemiche, a Milano la brigata ebraica sfilerà, ma scortata dal Pd. Cosa sta succedendo al 25 aprile?
«Non lo so. Probabilmente questo ricorrenza, che ha una sua importanza storica rilevante visto che sono passati 70 anni dalla Liberazione, ha smosso più del solito alcune realtà che adesso cercano visibilità all’interno della manifestazione.» 
 
 

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