L'ANPI provinciale di Roma aderisce e invita a partecipare alla manifestazione nazionale "Stop TTIP" che si terrà sabato 7 maggio 2016, con ritrovo alle ore 14:00 in Piazza della Repubblica.
Pagina di riferimento della campagna per la giornata del 7 maggio: https://stop-ttip-italia.net/7-maggio/
Di seguito, pubblichiamo l'Odg presentato dalla Sezione ANPI "Giordano Sangalli" e approvato nel corso del Congresso Provinciale ANPI Roma del 2-3 Aprile 2016:
ANPI - Sezione “Giordano Sangalli” - Ordine del giorno
Contro i trattati di libero scambio, per la sovranità e l'autodeterminazione dei popoli.
Gli autoritarismi si manifestano sotto forma di ridotta o annullata sovranità dei popoli.
A livello nazionale sempre più il Parlamento si sta riducendo a mero ratificatore delle scelte di governo, ma in questa era di esplosione del liberismo, rischi più grandi incombono a livello sovranazionale. Gli strumenti tramite cui questa tendenza si fa strada sono i cosiddetti “Trattati di libero scambio” come il CETA, il TTIP e il TISA che porteranno sempre più ogni parlamento ad essere nei fatti esautorato da ogni sostanziale potere decisionale.
Strumenti tramite i quali i poteri forti dell’economia e della finanza negli ultimi decenni puntano chiaramente a fare in modo che si giunga ad uno stadio in cui il potere passi definitivamente dagli Stati sovrani nelle loro mani.
I trattati internazionali nascono e si muovono attraverso un percorso coperto dalla massima segretezza, nella totale mancanza di trasparenza e sprezzo dei principi democratici. I termini dell'accordo nella maggior parte dei casi trapelano solo attraverso leak (fuga di notizie). L'unica modalità legare per visionarne i contenuti, concessa ai Membri della Commissione Europea, è quella della sola visione senza alcun ausilio, che non lascia altra possibilità di divulgazione se non affidata alla memoria e tramite modalità orale.
Alla ratifica dei trattati si giunge attraverso un percorso fatto di incontri definiti "round", che si svolgono per quanto possibile in un clima di basso livello di informazione e trasparenza, camuffati da azioni volte a sottolineare i benefici effetti di crescita economica e del PIL, con vantaggi per l'occupazione. Affermazioni che si rivelano tutt'altro che vere, quanto è vero che l'obiettivo reale che trapela dai contenuti dei trattati è il considerare i cittadini, sempre più, oggetti e consumatori, privati della possibilità di una decisione diretta tramite strumenti democratici.
Altro tema che contrasta fortemente con i principi democratici è quello delle controversie e degli arbitrati (ISDS) previsti dai trattati. Ovvero, la possibilità per qualunque azienda di citare in giudizio uno Stato qualora le sue scelte vengano ritenute conflittuali con la commercializzazione dei prodotti e con i propri interessi, in un regime extra-giudiziario, col diritto di richiedere pesanti indennizzi. Ciò porterebbe ad un forte condizionamento delle Costituzioni e delle decisioni democratiche dei parlamenti che dovranno necessariamente adattarsi ai termini dei trattati.
Inoltre, pur se non esplicitamente previsto, c'è un rischio molto alto anche per i servizi pubblici attraverso una singolare definizione, ovvero, di ciò che come tale non possa essere definito:
- ciò che può essere erogato anche da soggetti diversi dall'autorità di governo;
- quello per la cui erogazione è previsto un corrispettivo economico, anche una tantum.
Di fatto quindi la direzione imposta è quella della privatizzazione di tutti i servizi pubblici (istruzione, sanità, acqua, energia, rifiuti, trasporti, biblioteche, ecc...) da cui rimarrebbero esclusi solo l’amministrazione della giustizia, la difesa, l’ordine pubblico e la definizione delle rotte aeree internazionali.
Per queste ragioni si aderisce e sostiene la campagna Stop-Ttip contro questo e altri trattati internazionali, collaborando attivamente con i comitati e a favore delle iniziative messe in atto, nonché aderendo alla manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma il prossimo 7 maggio.
In particolare impegnandosi nelle azioni volte alla promozione di una maggior partecipazione dei cittadini nei processi decisionali, all'innalzamento degli standard di trasparenza comprendente anche maggiori informazioni sui gruppi di interessi e lobbistici, nella protezione degli informatori che divulgano informazioni di pubblico interesse.
Roma, 12/03/2016