Il Presidio di Libera Roma VII, l’ANPI sez. Appio-San Giovanni e l’associazione Rita Atria, con il patrocinio del Municipio Roma VII, vi invitano a partecipare ad un momento di Memoria e Impegno necessario a mantenere vivo il ricordo di una coraggiosa testimone di giustizia, donna e purtroppo vittima innocente delle mafie: Rita Atria.
Ricostruire e diffondere la sua storia, associando al nome un volto, significa sia salvaguardare il suo diritto al ricordo che assolvere al nostro dovere sociale di fissarlo nella memoria collettiva, sottolineando la dimensione pubblica di questi drammi privati. Ci prefiggiamo quindi di rompere l’isolamento dei suoi familiari, ma anche di offrire esempi alle nuove generazioni perché tragedie cosi non possano più accadere.
E’ per questo motivo che il 20 Luglio, dalle 18:00 alle 21:00 in Via Amelia 23, leggeremo alcuni scritti di Rita stessa e si susseguiranno degli interventi con lo scopo di conservare e diffondere un pezzo vitale di quel patrimonio culturale che appartiene a tutti noi. Siete tutte e tutti invitat* ad essere protagonisti della manifestazione ed a mantenere viva la fiamma del ricordo che accenderà di coraggio tutti noi!
Ore 20: intervento teatrale di Emiliano Valente
Rita nacque in una famiglia mafiosa. Ad undici anni le fu ucciso dalla mafia il padre Vito, mafioso della famiglia di Partanna (Tp). Erano gli anni dell’ascesa dei corleonesi e della guerra di mafia che li vedrà impegnati in sanguinosi omicidi di uomini delle cosche rivali per la conquista del potere. Alla morte del padre, Rita si legò ancora di più al fratello Nicola e alla cognata Piera Aiello. Di Nicola, anch’egli mafioso, Rita raccolse le più intime confidenze sugli affari e sulle dinamiche mafiose a Partanna. Nel giugno 1991 anche Nicola Atria venne ucciso dalla mafia. Sua moglie Piera Aiello decise allora di collaborare con la giustizia. Rita Atria, a soli 17 anni, nel novembre 1991 decise di seguire le orme della cognata cercando, nella magistratura, giustizia per quegli omicidi.
Il primo a raccogliere le sue rivelazioni fu Paolo Borsellino al quale ella si legò come ad un padre. Le deposizioni di Rita e di Piera, unitamente ad altre, hanno permesso di arrestare diversi mafiosi e di avviare un’indagine sul politico Vincenzino Culicchia, per trent’anni sindaco di Partanna. Il 26 luglio 1992, una settimana dopo la strage di via d’Amelio, Rita, ancora 17enne, si suicidò a Roma, dove viveva in segretezza, lanciandosi dal settimo piano di un palazzo di via Amelia.
Per migliori delucidazioni: www.libera.it
Ricostruire e diffondere la sua storia, associando al nome un volto, significa sia salvaguardare il suo diritto al ricordo che assolvere al nostro dovere sociale di fissarlo nella memoria collettiva, sottolineando la dimensione pubblica di questi drammi privati. Ci prefiggiamo quindi di rompere l’isolamento dei suoi familiari, ma anche di offrire esempi alle nuove generazioni perché tragedie cosi non possano più accadere.
E’ per questo motivo che il 20 Luglio, dalle 18:00 alle 21:00 in Via Amelia 23, leggeremo alcuni scritti di Rita stessa e si susseguiranno degli interventi con lo scopo di conservare e diffondere un pezzo vitale di quel patrimonio culturale che appartiene a tutti noi. Siete tutte e tutti invitat* ad essere protagonisti della manifestazione ed a mantenere viva la fiamma del ricordo che accenderà di coraggio tutti noi!
Ore 20: intervento teatrale di Emiliano Valente
Rita nacque in una famiglia mafiosa. Ad undici anni le fu ucciso dalla mafia il padre Vito, mafioso della famiglia di Partanna (Tp). Erano gli anni dell’ascesa dei corleonesi e della guerra di mafia che li vedrà impegnati in sanguinosi omicidi di uomini delle cosche rivali per la conquista del potere. Alla morte del padre, Rita si legò ancora di più al fratello Nicola e alla cognata Piera Aiello. Di Nicola, anch’egli mafioso, Rita raccolse le più intime confidenze sugli affari e sulle dinamiche mafiose a Partanna. Nel giugno 1991 anche Nicola Atria venne ucciso dalla mafia. Sua moglie Piera Aiello decise allora di collaborare con la giustizia. Rita Atria, a soli 17 anni, nel novembre 1991 decise di seguire le orme della cognata cercando, nella magistratura, giustizia per quegli omicidi.
Il primo a raccogliere le sue rivelazioni fu Paolo Borsellino al quale ella si legò come ad un padre. Le deposizioni di Rita e di Piera, unitamente ad altre, hanno permesso di arrestare diversi mafiosi e di avviare un’indagine sul politico Vincenzino Culicchia, per trent’anni sindaco di Partanna. Il 26 luglio 1992, una settimana dopo la strage di via d’Amelio, Rita, ancora 17enne, si suicidò a Roma, dove viveva in segretezza, lanciandosi dal settimo piano di un palazzo di via Amelia.
Per migliori delucidazioni: www.libera.it