Anche Salvini, durante il rituale appuntamento leghista a Pontida, ricorre ai partigiani. Ha detto, in sostanza, che i partigiani veri sono morti per cacciare lo straniero e che oggi sarebbero incavolati contro gli stranieri. Ha detto che i loro nipotini che oggi sfilano il 25 aprile non hanno studiato la Storia.
Salvini ignora evidentemente la significativa presenza di stranieri di moltissime nazionalità che hanno combattuto nella Resistenza italiana. Tra essi sovietici, jugoslavi, francesi, inglesi, austriaci, cecoslovacchi e finanche tedeschi disertori, i quali hanno combattuto per la libertà dal nazifascismo. A Roma una sezione ANPI è dedicata al partigiano Giorgio Marincola di madre somala, nato in Somalia e caduto vicino Trento insieme ad altri 20, il 4.5.1945 durante l'ultima strage nazista in Italia.
La Resistenza è stato ed è un movimento politico e culturale internazionale.
D'altra parte non poteva che essere così per un movimento composto assieme da marxisti e da liberali, da cattolici e da ebrei, da repubblicani e da monarchici, anche a seguito dell'indignazione suscitata in Italia dalle leggi razziali del 38. Lo spirito unitario e di fratellanza espresso nella lotta partigiana non avrebbe potuto tollerare il razzismo tra le sue fila.
Da questo concetto è necessario ripartire per riaffermare il pieno significato della Resistenza. Essa non potrà mai giustificare il razzismo perché è stata fondamento di pace, di amicizia tra i popoli, di integrazione e di solidarietà, oltre che di libertà dalla dittatura terroristica aperta ed aspirazione alla giustizia sociale.
Cosa c'entrino i migranti, in cerca di pace e lavoro, con le truppe di occupazione naziste, non è dato saperlo che a Salvini.
Lasci stare i partigiani e cerchi altrove per le sue iperboli razziste.