L’ANPI Provinciale di Roma piange in lutto il compagno partigiano Avio Clementi
che ci ha lasciati sabato 5 agosto.
Un forte abbraccio alla famiglia alla quale esprime le condoglianze.
Nel febbraio del 1941 era stato chiamato alle armi, sulla base di una legge che lo qualificava "volontario universitario". L'armistizio lo sorprese in Dalmazia (sottotenente di complemento nel 25° Reggimento Fanteria della Divisione "Bergamo"), dove fu catturato dai paracadutisti tedeschi con l'intero reparto. La prospettiva era quella dell'internamento in Germania e il giovane ufficiale decise di tentare la fuga con altri compagni. Il 10 settembre era già uccel di bosco e, con Adriano Host e Aldo Parmeggiani, diede vita alla "compagnia italiana". Il mese dopo questa era già inserita nel Battaglione "Giacomo Matteotti" della terza Brigata Proletaria della Kraina e, al comando della terza compagnia, Clementi partecipò alla battaglia per la liberazione di Belgrado. Proseguì la lotta nella Divisione d'assalto Garibaldi "Italia" (nata dalla fusione del "Matteotti" e del "Garibaldi"), fino all'11 maggio 1945, quando anche Zagabria fu completamente liberata. Rientrato in Italia e decorato al valore, Clementi riprese la sua attività a Roma impegnandosi molto nelle iniziative dell'ANPI (è stato membro attivo del direttivo dell’ANPI Provinciale di Roma fino a pochi anni fa) con la sua grandissima umanità, passione e rigore morale accompagnati da un’invincibile ironia. Le sue battute valevano più di tanti discorsi. Era un piacere raro ascoltarlo raccontare. Ha scritto libri e saggi sulla sua esperienza nella Resistenza:
Topo – Misko. Proletario d’acciaio– Quaderni della Fiap
Pokret! Il Matteotti in Bosnia 1943-1944–ed. ANPI
Spalato – Settembre 1943 – La tragedia della “Bergamo” – in Quaderni della FIAP, n.53 Sulla Resistenza in Europa
E un libro sulla vicenda resistenziale dei “fornaciai” di Valle Aurelia (ma chi lo conosceva sa che quella che raccontò per iscritto è solo una piccola parte dell'epopea dei fornaciai di Valle Aurelia e che purtroppo molto lo ha riservato ai racconti orali):
Il borghetto dell'inferno– ed. Liberetà