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19 marzo 1944: viene arrestato il partigiano Enrico Ferola, fabbro.

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19 marzo
La banda Koch arresta il partigiano Enrico Ferola, il fabbro che aveva forgiato il maggior numero di chiodi a quattro punte nella sua officina di via della Pelliccia a Trastevere. Utilizzando tondini di ferro recuperati in edifici bombardati i chiodi a quattro punte si rivelarono un'arma micidiale per gli autocarri nemici. Fu arrestato dietro delazione di ignoti. 
Portato alla pensione Jaccarino e torturato, non rivela a chi fosse destinato il mezzo quintale di chiodi che gli avevano trovato. Assassinato alle Ardeatine.

Enrico Ferola, sacello 163 del Mausoleo delle Fosse Ardeatrine






targa, situata presso Via della Pelliccia, nel Rione di Trastevere, presso l'officina di Enrico Ferola





 Il chiodo fisso di Enrico Ferola

 Il sabotaggio dei convogli nazisti

 Sono mesi particolarmente duri quelli che seguono l’armistizio annunciato l’8 settembre 1943. Stremata dalla guerra e ufficialmente dichiarata “città aperta”, Roma è in realtà prigioniera dei nazifascisti. Perquisizioni, arresti, torture, deportazioni, rastrellamenti, stragi si susseguono fino alla liberazione, il 4 giugno 1944.

La Resistenza sta muovendo i suoi primi passi quando il partigiano comunista Lindoro Boccanera, osservando i cimeli conservati nel Museo del Bersagliere a Porta Pia rimane colpito da un chiodo a quattro punte di fabbricazione austriaca usato nella prima guerra mondiale, una sorta di riedizione del tribolo dei tempi dell’antica Roma. Gettato sul terreno mantiene sempre tre punte piantate a terra e una quarta diretta verso l’alto. Un’arma ideale per il sabotaggio, che propone di usare contro gli automezzi nazisti. La produzione inizia subito, e già da ottobre i partigiani spargono i chiodi sulle strade di transito delle colonne tedesche. Tra i fabbri più attivi c’è Enrico Ferola, militante del Partito d’Azione, che nella sua officina di Trastevere, in via della Pelliccia, ne produce più di diecimila. Oltre che nelle botteghe artigiane, i chiodi vengono fabbricati anche alla Romana Gas all’Ostiense, e il 15 dicembre 1943 su «l’Unità», stampata clandestinamente, sono pubblicate le istruzioni per costruirli. I tedeschi stabiliscono che la produzione e il possesso di questi chiodi possano essere puniti con la pena capitale. E mentre i partigiani li usano con successo per sabotare i convogli nazisti, i ragazzini delle borgate vanno verso i tedeschi irridendoli: «Quante punte, quante punte, / Quante punte ha questo chiodo? / Una punta per me, una punta per te, / quattro punte per lui!»

Enrico Ferola viene arrestato il 19 marzo 1944 dalla famigerata banda Koch e ucciso pochi giorni dopo alle Fosse Ardeatine.

Chiodi a quattro punte





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