O.d.G. approvato all'unanimità dal Consiglio dell'ANPI provinciale dell'ANPI di Roma nella seduta del 21 giugno 2022
Riano non può essere cancellato dalla storia di Matteotti
Il rapporto di Giacomo Matteotti con Riano è certamente molto intenso anche se molto drammatico. Infatti ha probabilmente passato qui le ultime ore della sua vita. Dopo il rapimento al lungotevere il 10 giugno 1924 la macchina dei sicari lo ha portato fuori Roma lungo via Tiberina: è stata vista (allora di macchine ce n’erano poche) arrivare al centro storico di Riano a piazza Piombino, dove forse gli assassini volevano portarlo in un edificio, ma hanno rinunciato perché, non ostante fosse ormai sera, la zona era comunque popolata. Il cadavere di Matteotti fu sepolto frettolosamente nel bosco della Quartarella su via Flaminia, dove fu ritrovato in modo piuttosto sospetto il 16 agosto. Quando si venne a sapere il ritrovamento molta gente accorse, soprattutto contadini che conoscevano il suo impegno per la causa dei poveri. I resti furono portati nella chiesa di S.Giorgio, al cimitero del paese, dove fu allestita una camera ardente, a cui però fu consentito solo l’accesso dei familiari. Il giorno seguente il feretro fu portato a Monterotondo, caricato sul treno e trasportato a Fratta Polesine.
Al chilometro 23 di via Flaminia, in corrispondenza del luogo in cui fu trovato il cadavere di Matteotti sorge una stele, costruita nel 1976 dal Comune di Riano, che la sezione Anpi, dedicata proprio a Giacomo Matteotti, ha iniziato a curare dal momento della propria formazione, 10 anni fa. Abbiamo cercato di rendere più visibile il monumento operando la potatura degli alberi che si trovano attorno e la cui crescita, se non controllata, tende a coprire quasi completamente la struttura. Abbiamo ottenuto in regalo dall’Anpi di Ravenna le rose “Bella Ciao”, create dal partigiano Pantoli e regalate all’Anpi perché le piantasse nei luoghi della memoria (v. Patria Indipendente), e abbiamo realizzato due belle aiuole. Abbiamo poi disposto ai lati del monumento due fioriere, dove, a seconda della stagione di fioritura, si alternano piantine di ciclamino, garofano o begonia. La manutenzione di queste piante non è facile perché sul luogo non vi è acqua e neanche luce. Il monumento è illuminato in modo molto “discontinuo” da un pannello solare posto dal Comune.
Il monumento di via Flaminia è sempre stato al centro delle manifestazioni del 25 aprile e del 10 giugno, che la nostra sezione ha promosso o a cui ha partecipato insieme al Comune di Riano e le associazioni con cui collaboriamo SpiCGIL e Rete NoBavaglio. Speravamo quindi che il centenario della morte di Matteotti sarebbe stato il momento giusto per fare le necessarie migliorie, soprattutto garantendo gli allacci di acqua e luce, realizzando una pavimentazione dell’area e delle barriere vegetali per attutire il rumore del traffico che viene dalla strada e predisponendo delle strutture dove poter fare una bacheca e riportare immagini che ricordano l’attività di Matteotti.
Purtroppo le cose stanno andando nel modo sbagliato: non si sa se per incuria o per qualche altro motivo il provvedimento di legge che stanzia i fondi per la memoria del centenario non comprende il Comune di Riano. Questo è un grave “falso storico”, come si dichiara in una petizione e al Presidente della Camera dei Deputati, on. Fico, che tra l’altro non tiene conto di tutto l’impegno che il Comune, l’Anpi e tutte le altre associazioni e partiti antifascisti hanno dedicato per mantenere viva la memoria di Matteotti.
Nei prossimi giorni abbiamo già programmato da tempo un’iniziativa sull’impegno pacifista di Matteotti, a cui parteciperà il nostro Davide Conti, il presidente della Fondazione Matteotti Alberto Agheno, gli on.Stefano Fassina e Daniele Ognibene. Il titolo è “Matteotti contro la guerra”. Si invitano tutte le compagne e compagni ad intervenire! Sarà anche l’occasione per improvvisare un flash mob.
#RianoNonSiCancellaDallaStoriaDiMatteotti