Nelle giornate del 28 e del 29 gennaio 1944 si tiene a Bari, presso il Teatro Piccinni, il primo congresso dei Comitati di Liberazione Nazionale, cui partecipano 120 delegati provenienti sia dalle province dell'Italia occupata che da quelle già liberate del Meridione. Inizialmente destinati a tenersi a Napoli il 20 dicembre precedente e trasferiti a Bari a causa dell'opposizione dell'Allied Military Government, timoroso di possibili disordini, e di Badoglio, i lavori dell'assise congressuale furono inaugurati da un discorso di Benedetto Croce dal titolo "La libertà italiana nella libertà del mondo", nel quale venivano delineati alcuni dei punti salienti su cui i congressisti si sarebbero confrontati, tra cui la questione istituzionale legata alle responsabilità della dinastia regnante dei Savoia nell'ascesa del fascismo e nella situazione di caos istituzionale seguita alle vicende dell'8 settembre.
Le relazioni offerte dai delegati e la discussione che ne seguì, commentate dalla scrittrice Alba De Cespedes dai microfoni di Radio Bari, misero in luce la necessità di pervenire alla formazione di un governo, composto dai rappresentanti di tutti i partiti componenti il CLN, che assumesse la direzione della guerra contro i nazifascisti e si occupasse di provvedere alle più urgenti necessità del popolo italiano e la costituzione di una Giunta Esecutiva, anch'essa costituita dai rappresentanti dei principali partiti antifascisti. Venne altresì avanzata dai rappresentanti del Partito d'Azione la proposta di indurre Vittorio Emanuele III all'abdicazione, di porre il sovrano in stato d'accusa e di trasformare il congresso in assemblea rappresentativa permanente fino all'elezione di un'Assemblea Costituente attraverso il voto dei cittadini, proposta che trovò sostegno anche nel messaggio pervenuto dal CLN centrale di Roma.
Le risoluzioni dell'assemblea, scioltasi nel pomeriggio del 29 gennaio al termine del discorso conclusivo di Carlo Sforza con cui si invitavano le forze antifasciste ad un'azione unitaria, ebbero una vasta eco sull'informazione dei paesi alleati, tanto che Radio Londra arrivò a definirla «il più importante avvenimento nella politica internazionale italiana dopo la caduta di Mussolini».
Le relazioni offerte dai delegati e la discussione che ne seguì, commentate dalla scrittrice Alba De Cespedes dai microfoni di Radio Bari, misero in luce la necessità di pervenire alla formazione di un governo, composto dai rappresentanti di tutti i partiti componenti il CLN, che assumesse la direzione della guerra contro i nazifascisti e si occupasse di provvedere alle più urgenti necessità del popolo italiano e la costituzione di una Giunta Esecutiva, anch'essa costituita dai rappresentanti dei principali partiti antifascisti. Venne altresì avanzata dai rappresentanti del Partito d'Azione la proposta di indurre Vittorio Emanuele III all'abdicazione, di porre il sovrano in stato d'accusa e di trasformare il congresso in assemblea rappresentativa permanente fino all'elezione di un'Assemblea Costituente attraverso il voto dei cittadini, proposta che trovò sostegno anche nel messaggio pervenuto dal CLN centrale di Roma.
Le risoluzioni dell'assemblea, scioltasi nel pomeriggio del 29 gennaio al termine del discorso conclusivo di Carlo Sforza con cui si invitavano le forze antifasciste ad un'azione unitaria, ebbero una vasta eco sull'informazione dei paesi alleati, tanto che Radio Londra arrivò a definirla «il più importante avvenimento nella politica internazionale italiana dopo la caduta di Mussolini».