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20 marzo 1944: l'eccidio nazifascista di Cervarolo


Nel corso della prima metà del marzo 1944, le formazioni partigiane attive sull'Appennino modenese, seppur in netta inferiorità numerica e in precarie condizioni organizzative, riportano diversi successi sui reparti fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana nella zona compresa dell'alta valle del Secchia. Sono in particolare le gravi perdite subite da tedeschi e fascisti il 16 marzo in uno scontro alle pendici del monte Santa Giulia, ad indurre il commissario prefettizio del vicino comune di Montefiorino, Francesco Bocchi, ad invocare l'intervento dei reparti corazzati tedeschi contro il movimento partigiano. Su ordine di Helmeth Dannehl, il tenente colonnello della Militärkommandantur di Bologna, giungono a Montefiorino la 2ᵃ e la 4ᵃ compagnia della 1. Fallschirm-Panzer-Division "Hermann Göring", al comando del capitano Kurt Christian Von Loeben, che fa piazzare una batteria contraerea nella rocca del paese. Ai tedeschi si affiancano alcuni reparti della Guardia Nazionale Repubblicana di Modena.

All'alba del 18 marzo, dalla rocca di Montefiorino, le artiglierie di Von Loeben fanno fuoco sugli abitati di abitati di Monchio, Susano e Costrignano, spianando la strada ai reparti di esploratori che procedono al sistematico rastrellamento di tutti i civili della zona. Gli uomini vengono costretti a radunare i propri pochi averi nelle piazza più ampie degli abitati per poi essere immediatamente uccisi, sotto le sguardo delle donne e dei bambini, mentre le loro case sono date alle fiamme. Si distinguono per la particolare ferocia che li anima i militi della GNR repubblichina, i quali indicano ai tedeschi le abitazioni di quanti sono ritenuti esponenti o fiancheggiatori del movimento resistenziale. Altri eccidi si consumano nel capoluogo comunale di Palagano, alla Buca di Susano e a Valimperchio; in queste ultime due località non saranno risparmiati né donne, né bambini. Al termine della giornata si contano 136 morti e 150 case devastate dal fuoco.

Appena due giorni dopo, sull'Appennino reggiano, la 3ª compagnia di ricognizione della stessa divisione tedesca responsabile dell'eccidio di Monchio, Susano e Costrignano, al comando del capitano Walter Hardwig, si dirige verso le frazioni montane di Cervarolo e Civago, nella zona d'operazioni della banda partigiana capitanata da Giuseppe Barbolini "Barbolini" e Riccardo Cocconi "Miro"; analogamente a quanto accaduto alcuni giorni prima sul monte Santa Giulia, la formazione ha riportato una vittoria in combattimento sui tedeschi presso Villa Minozzo, frazione di Cerrè Sologno, ed essi intervengono per vendicarsi sulla popolazione civile. Giunti a Cervarolo, i tedeschi e i militi della Guardia Nazionale Repubblicana di Reggio Emilia assassinano immediatamente alcuni parenti dei comandanti partigiani e umiliano pubblicamente il parroco, il quale si era rifiutato di fare i nomi dei partigiani, denudandolo del tutto. Gli uomini vengono radunati nell'aia del paese, mentre donne e bambini sono sorvegliati dai fascisti, e passati per le armi: al termine della giornata si conteranno 24 vittime a Cervarolo e 4 a Civago.

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