Alla fine di marzo del 1944 Ercole Ercoli, pseudonimo di Palmiro Togliatti, il capo dei comunisti italiani, tornava in patria dopo quasi un ventennio d’esilio. Il 1° aprile, con un discorso ai quadri comunisti al Teatro Modernissimo di Napoli, Ercoli spiegò che si doveva per prima cosa liberare la penisola e sconfiggere il nazifascismo, col concorso di tutte le forze politiche disponibili. Bisognava perciò formare un governo di unità nazionale, a cui anche i comunisti avrebbero preso parte. Solo dopo la vittoria si sarebbe dovuto affrontare il «problema istituzionale», la scelta tra repubblica e monarchia, e dar vita a una nuova Carta.
La proposta togliattiana fece scalpore perché fino a quel momento sia i comunisti italiani che gli altri partiti di sinistra (socialisti e azionisti) erano del tutto contrari a sorvolare, almeno momentaneamente, sulle gravi responsabilità della monarchia durante il Ventennio e ad accettare il governo che Badoglio aveva formato su incarico del re. Le difficoltà, i settarismi e i contrasti vennero però superati e il nuovo corso ebbe inizio.
Vedi:
https://ilmanifesto.it/correte-ercoli-e-qui-la-svolta-di-salerno
Vedi anche l'importante convegno organizzato lo scorso anno, per l'80° da Futura Umanità: